Severino Servanzi (1796-1891).

Severino Servanzi nacque in San Severino Marche il 14 maggio 1796 dal conte Luigi e dalla contessa Casilde Gentilucci.
Sua madre era figlia del conte Eraclio Gentilucci e di Teresa Leopardi, sorella del padre di Monaldo.
Ebbe una formazione giuridica che lo portò a vivere a Roma per qualche tempo ed alla laurea in diritto civile e canonico. Ricoprì poi nella sua città diversi uffici legali.
Aggiunse al proprio cognome quello di Collio quando lo zio della moglie Teresa Benadduci, cav. Giambattista Collio, autorevole avvocato e personaggio pubblico del tempo, non avendo discendenza, lasciò per testamento la sua cospicua fortuna ai suoi nipoti, con disposizione ch’essi aggiungessero al cognome Servanzi quello dei Collio ed avessero l’usufrutto vita natural durante sull’eredità.
Così nel 1830 Severino Servanzi Collio si trovò ad amministrare delle cospicue sostanze.
Egli incarnò la figura del nobile laborioso, pio, colto, benefattore e mecenate. Innumerevoli furono i suoi interventi e per assistere i bisognosi, e per conservare opere d’arte e di interesse storico, e perchè la sua città fosse ornata ed i suoi figli benemeriti non venissero dimenticati.
Scrisse e pubblicò a proprie spese numerose brevi opere, tutte riguardanti i suoi interessi culturali e morali.
Benchè fosse persona del tutto scevra dall’odio di parte, la sua fedeltà alle istituzioni dello Stato cattolico gli procurarono non pochi pericoli, come pure si narra nell’introduzione.
Ebbe comunque la fortuna di essere longevo e quando morì il 2 luglio 1891 aveva novantacinque anni. Scrisse per alcuni decenni della sua vita più di duemila lettere l’anno e quando ormai era vecchio tra le milletrecento e le millecinquecento.
La sua opera di ricercatore e le sue minuziose descrizioni di quadri, affreschi, scavi archeologici ed oggetti, sono ancor oggi preziose e furono apprezzate dal mondo culturale del suo tempo.